LA CRISI E DISPOSITIVI DELLA RIUSCITA

Dalla cosiddetta crisi economica molti osservatori fanno derivare quelle della famiglia e dei valori della società civile: secondo tale presupposto, sarebbe la precarietà a impedire di assumere impegni a lunga scadenza in tutti gli ambiti della vita e a determinare il calo dei matrimoni, come delle nuove imprese. Ma è lo stipendio sicuro o sono il progetto e il programma di vita a decidere della nascita di una famiglia o dell’apertura di un’azienda? È la paura del pericolo di morte o sono l’audacia e il rischio di riuscita a portare gli umani a costituire forme collettive

di vita e di lavoro? Se sono prese dalla paura, le città si perdono, come notava Machiavelli, si danno in pasto al conquistatore di turno, che poi farà incetta delle sue opere migliori come trofei di guerra. Soltanto chi in questi anni non ha rinunciato

all’investimento e non l’ha considerato secondario rispetto alle urgenze quotidiane è riuscito a introdurre quelle trasformazioni che occorrevano per rilanciare la propria attività, anziché soccombere alle difficoltà rappresentate come macigni insormontabili.

La crisi – nella famiglia, nell’impresa, nella società – è il giudizio (krisis in greco vuol dire giudizio) del tempo e sottolinea come ciò che fino a quel momento sembrava funzionare non funziona più, è divenuto fissità, abitudine, un abito fuori moda che s’indossa per paura di mettere in discussione l’immagine di sé o dell’Altro, il conformismo con sé o con l’Altro. E allora, quando interviene la crisi, quali sono gli strumenti per abbandonare le presunte certezze e comodità e compiere uno sforzo

intellettuale che porti a inventare nuovi dispositivi di parola, di vendita, di comunicazione, di riuscita?

L’incontro in cui è intervenuta, Anna Spadafora si è tenuto il giorno 11 giugno 2012, è stato promosso e organizzato dall’equipe di Cifrematica.