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SCIENZA E LINGUAGGIO

 

“(…) Date le carenze del senso comune, l’umanità ha inventato la scienza. Ci sono tante definizioni, ma qui mi preme rammentare il pensiero di Niels Bohr: “È sbagliato pensare che lo scopo della fisica sia di trovare com’è la natura; la fisica riguarda ciò che possiamo dire a proposito della natura”, usando la lingua parlata e la lingua matematica. E poi, ancora: “La fisica va considerata non tanto come lo studio di qualcosa dato a priori, ma piuttosto come lo sviluppo di metodi per ordinare e misurare l’esperienza umana”. La scienza ci dà la possibilità di costruire un’esperienza intellettuale del mondo in cui viviamo per mezzo del linguaggio e, in particolare, della lingua.

Ferdinand de Saussure notò che non è il linguaggio parlato a essere naturale per l’uomo, ma la facoltà di costruire una lingua. Questo è molto importante, perché è ciò che ci differenzia dagli animali, che invece hanno solo un linguaggio. E ci dice anche un’altra cosa: che il tipo di significante ha un’importanza relativa. Si pensi, per esempio, all’alfabeto Morse, dove i significanti sono fatti con punti e linee. Tra le lingue inventate dagli esseri umani, c’è la matematica, la lingua della leggerezza. Infatti, per essere utile a livello scientifico, si deve cercare di scremare il più possibile il campo semantico da ciò che invece contribuisce a dare ricchezza alla lingua parlata. In matematica, non possono esserci figure retoriche, le metafore sono fuorvianti e non si può far pettegolezzo.
Può sembrare facile costruire la matematica per la fisica classica, perché il significato è su scala umana e quindi accessibile per esperienza diretta. Invece, per la relatività e i quanti, noi non abbiamo esperienza diretta. Si pensi alla parola “atomo”: possiamo forzare immagini che noi abbiamo nell’esperienza diretta (palline, trottoline) ottenendo però risultati paradossali. Se invece usiamo la matematica, il significato è differente: un nucleo e diversi orbitali. Però, attenzione: non c’è un mondo quantistico o un mondo relativistico, ma c’è un’astratta descrizione fisica quantistica o relativistica, come notò Bohr. Non si deve confondere la parola con la cosa, che è quello che succede se si pensa che la lingua sia solo una sovrastruttura rispetto a una qualche sostanza.
Eppur funziona, potremmo dire, parafrasando Galilei. I risultati si vedono: internet, gli smartphone, i computer, i satelliti, i GPS. Wigner, premio Nobel per la fisica, parlava di “irragionevole efficacia della matematica”. Ma è appunto così irragionevole questa efficacia? Dopo tutto, anche nella lingua parlata ci sono concetti astratti: per esempio, la parola amore. La matematica ha effetti fisici, consente di progettare e costruire i computer, ma anche le parole generano effetti: se voi dite “ti amo” a una persona, ottenete effetti fisici. Questo non vuol dire che siano parole magiche: non ha alcun effetto dire “amore” a un rinoceronte. Ritorna sempre la questione di Saussure: la capacità innata degli esseri umani di creare una lingua. Deve esserci sempre l’elemento umano che fa funzionare la parola. (…)”

 

Brani tratti dalla rivista “La città del secondo rinascimento” (settembre 2015, N. 65) .