VIVERE IL MONUMENTO

CONSERVAZIONE  E  NOVITÀ

Se è vero che una città, oggi più che mai, acquista o perde qualità e attrattività a seconda delle opere d’ingegno che ospita, possiamo considerare i monumenti, i palazzi e le dimore storiche come cose morte, che appartengono al passato? Possiamo ipotizzare una cesura, una soluzione di continuità fra ciò che questi beni hanno apportato all’umanità nell’epoca in cui furono costruiti e la società contemporanea, come se non influenzassero la nostra vita quotidiana, riempiendo i nostri occhi di bellezza e affollando i nostri pensieri di suggestioni?

Riusciamo, forse, a immaginare Piazza Grande senza il suo Duomo romanico, Piazza Roma senza il suo Palazzo Ducale o Largo Garibaldi senza la fontana del Graziosi? Testimonianze materiali di civiltà, che ci sembrano scontate, ma non lo sono: ci parlano, continuamente, e lo fanno in modo discreto, sommesso, quasi subliminale, sottovoce.

Sommersi dal frastuono e dal tumulto di una vita frenetica, non siamo più abituati ad ascoltare ciò che hanno da dirci. Ma, proviamo a immaginare se queste voci discrete e sommesse all’improvviso sparissero: non potremmo fare altro che restare tristi e attoniti per l’incolmabile vuoto lasciato.

Allora, cosa fare perché i monumenti non smettano di parlare e di comunicare con noi? E, ancora, è possibile intervenire su queste straordinarie opere dell’ingegno e dell’arte con metodi conservativi idonei tanto a mantenere inalterato e intatto il loro aspetto esteriore, quanto ad aumentarne la fruibilità da parte del pubblico? In che modo il loro restauro può avvenire nel rispetto di quel delicato equilibrio fra materiali e tecnologie utilizzati nella loro costruzione? E, soprattutto, in che modo il destino e la vita dei monumenti interessano ciascun cittadino e non solo gli addetti ai lavori?

Per dare  risposta a queste e altre domande si è tenuto il dibattito Vivere il monumento. Conservazione e novità, con Lorenzo Jurina, docente di Tecnica delle Costruzioni al Politecnico di Milano, alla Galleria Estense di Modena, Martedì 11 dicembre 2007, con gli interventi di Daniele Sitta, Assessore all’Urbanistica del Comune di Modena, Angelo Mazza, direttore della Galleria Estense, Valerio Scianti, presidente dell’ANCE (Associazione Costruttori Edili della Provincia di Modena), Enzo Gober, segretario dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Modena, Giuseppe Bellei Mussini, consigliere dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Modena, Gaetano Rossi, presidente dell’Associazione Amici dei Musei e dei Monumenti modenesi e Lino Antonio Credali, presidente di ARDEA Progetti e sistemi, e l’introduzione di Anna Spadafora, cifrematico, direttore dell’Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna.

L’intervento del professor Lorenzo Jurina – ingegnere civile strutturista, professore di Tecnica delle Costruzioni alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e autore di numerose pubblicazioni, fra cui il recente libro Vivere il monumento. Conservazione e novità (Spirali) – è stata l’occasione per confrontarsi con un testimone di un’esperienza trentennale nel campo del consolidamento di alcuni fra i più importanti edifici e monumenti storici, che ha proposto, sviluppato e messo a punto metodi nuovi nel campo della diagnostica e del consolidamento strutturale e ha cooperato con esperti internazionali e con molti tra i maggiori esponenti della Scuola Italiana del Restauro.

Il dibattito è stato organizzato dall’Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna in collaborazione con l’Equipe Cifrematica di Modena, dall’Università internazionale del secondo rinascimento, dall’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Modena, con il contributo dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili della provincia di Modena) e la collaborazione dell’Ordine degli Architetti e dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Modena.