Immunità e responsabilità

Camminare nel cielo.

Nel linguaggio comune si dice “prendersela”. Al pronunciarsi di questa parola nella mia mente si dipinge una nitida immagine: un individuo, che chiameremo il signor X, si carica di pesi e ogni peso porta i suoi piedi ad affossare sempre più nel terreno. Inizia ad affondare come fosse nelle sabbie mobili. Prima scompaiono i piedi, poi le caviglie, le ginocchia e sempre più giù. Più “se la prende”, più s’impantana. Quando si dice che qualcuno “se l’è legata…”, alla caviglia del signor X appare magicamente una palla da carcerato.

«Che cosa “si prende”?», si chiede il signor X. «Qualcuno ha detto qualcosa e il detto, pouf, si materializza ed è un macigno, come quelli che trasportava Obelix». Il signor X suo malgrado si affanna e si trascina mentre trasporta l’ingombrante masso, nel mentre sbuffa e borbotta come un treno. Tuttavia se lo deve portare poiché se lo è “preso”. Forse, pensa, «Chi mi ha costretto a “prendermelo”, chi ha materializzato il masso aveva una volontà precisa nello scolpirlo». Ma la responsabilità dell’esistenza del masso è del signor X: «Mio dovere quindi è occuparmene e portarmelo a spasso!», afferma.

Viene attribuita una precisa volontà all’altro che in questo caso diviene un giustiziere implacabile e produttore di macigni.

La responsabilità in queste immagini è tangibile, più che tangibile, a detta del signor X.

Invece, come scrive Armando Verdiglione: “La responsabilità (quella che i greci chiamavano ipocrisia) è della legge della parola: e le risposte sono gli effetti di senso e di dispendio” (Processo alla parola, Spirali, 1986, p. 175).

Inoltre, “La responsabilità scaturisce dal lapsus: responsabilità della legge del linguaggio (senza un soggetto della castrazione)” (Il giardino dell’automa, Spirali, 1985, p. 207).

E, in un’equipe: “La responsabilità sta nel parricidio, non la sessualità”(Equipe del 28 aprile 1985).

Infine, in una conferenza: “La responsabilità sta nella rimozione. La responsabilità è della legge del linguaggio, procede dalla funzione di rimozione, e quindi esiste, s’instaura nella sintassi. La responsabilità e la capacità si situano nella difficoltà, quindi tanto nell’impossibile quanto nel contingente” (conferenza del l6 febbraio 1985).

Il signor X perplesso si ferma e si interroga: «E se in realtà si volesse dire altro? Parlavano a me? Magari era un lapsus». In realtà il signor X non considera che non c’è nessun soggetto e quindi nessuna volontà del soggetto, ma che la responsabilità procede dalla rimozione: «Che cosa vuol dire?», il signor X si interroga e si chiede anche come mai stringe ancora tra le braccia il masso.

Il signor X che è ormai affezionato al suo masso, si guarda intorno offeso e perora la sua causa affermando: «Se non hai responsabilità hai poco valore. Non meritevole di fiducia. Se vuoi crescere devi caricarti delle tue responsabilità». Se la si pensa in questo modo però l’invecchiamento è inteso come maturazione qualitativa. Il signor X insiste: «Non ci si riferisce mica per niente a un incarico di responsabilità con solenne ammirazione, non è cosa da tutti, da un qualsiasi signor X. Ci vuole un responsabile, come si fa a procedere senza qualcuno che detta la direzione?».

Sempre più convinto il Signor X seguita a raccogliere massi che nessuno gli ha lanciato; se li carica sulle spalle come fosse un mulo da soma e striscia sotto il peso tanto che non vede dove mette i piedi, ancora meno dove sta andando. Il signor X però sa in cuor suo che deve fare cosi perché dimostra di essere tutto d’un pezzo. Macigno su macigno. In questo modo nessuno può rimproverare nulla.

Armando Verdiglione scrive: “L’immunità interviene facendo. Il dispositivo immunitario interviene facendo. Non senza fare, non senza l’occorrenza. […] La vita si scrive secondo il suo progetto nel labirinto e si scrive secondo il suo programma nell’intervallo. (L’economia, la finanza, il profitto, Spirali)

Aggiunge poi in un Equipe che “Immune è esente da sostanza, da peso, da carico, da gravità, da mortalità, da significabilità e lontano dal corpo psicofarmacologico. Immunità: non c’è tallone di Achille. Non c’è modo di costituirsi come soggetto deficiente, sacrificale, attaccabile”. (Equipe19 luglio 1987)

Verdiglione nel suo libro Nicolò Machiavelli afferma che “L’immunità è del rischio e della sua assicurazione, giacché immune il carro del tempo: la comunicazione è senza luogo, diplomatica, entro la scrittura della politica, senza purgatorio, che Machiavelli, come Leonardo, ignora, senza il dono di morte né la morte della parola e del suo tempo, senza la gravità psicofarmacologica” (Niccolò Machiavelli, Spirali p. 104)

Aggiungerà in un secondo momento che “L’immunità è uno dei teoremi del tempo. In quale accezione? Nessuno può farsi carico del tempo né dell’Altro né di sé”. (Per ragioni di salute, SR 29, 96)

Che cosa significa immunità? Senza peso, senza carico. Espone infine in una conferenza: “Il carro è alato. L’immunità, abbiamo detto, è del tempo. L’immunità è il non farsi carico. Non farsi soggetto manicheo, soggetto dell’alternativa tra il bene e il male, soggetto della logica binaria, della logica predicativa, della logica del sì o del no, perché già comporta avere tolto l’Altro. Il discorso occidentale, presupponendo la morte della parola, abolisce l’immunità e istituisce l’androgino, che negli anni novanta, nell’epoca New Age, nell’epoca della morte bianca, è androgino bianco. Homo muliernoeticus. È da Platone in poi che l’immunità viene negata, sottratta, confiscata. Immunitas. Anzitutto, l’immunità s’instaura perché s’instaura l’infinito. Soltanto nell’intervallo fra lo 0 e l’1, soltanto lì giunge il tempo. Soltanto lì, dunque, l’immunità del tempo. Che significa? Che il tempo è innegabile. E non è vincolato né alla possibilità né alla probabilità. L’assenza di immunitas comporta la pesantezza, il gravame: farsi carico, gravare sé, gravare l’Altro. Ma che cosa è pesante? Come arriva questa pesantezza? Può esserci pesantezza anche in chi non mangia proprio niente. Può esserci sia nel grasso sia nel magro, la pesantezza. Ma può anche esserci la pesantezza del ricordo. La pesantezza di sé o la pesantezza dell’Altro – tu, io, lui possono essere pesanti. O l’Altro pesante. O noi, voi, loro pesanti. Questo indica che è stato tolto l’infinito, l’intervallo tra lo 0 e l’1. È pesante, anzitutto, la soppressione dell’occorrenza. La soppressione della contingenza. L’immunità è assicurazione di vita. L’assicurazione sta nel rischio. È il rischio. L’assicurazione: il fare implica l’assenza di affanno, di pathos e, come dicevo prima, di rappresentazione dell’Altro nell’amico o nel nemico”. (Conferenza del 26 febbraio 2000)

Dopo aver considerato queste acquisizioni, l’elaborazione del signor X porta i macigni a diventare palloncini rossi che si librano nel cielo ondeggiando leggiadri. Il signor X li guarda rapito allontanarsi e respira a pieni polmoni. I palloncini si muovono apparentemente senza direzione, ognuno si muove in modo indipendente ma tutti tendono al cielo e ambiscono a sfiorare la cupola quasi come a poterci camminare. In quel momento, in quell’istante il signor X si sente davvero bene e con la leggerezza dell’animo di un bambino inizia a inseguire i palloncini a distanza mettendo un piede avanti all’altro, senza neanche rendersene conto.

 

 

Elisa Melzani